Non saprò mai la verità su questa storia. E’ solo una tra tante. Ma spero che la mia foto saprà testimoniare l’atmosfera che regna nei campi di transito.

Il primo graphic novel pubblicato da Contrasto sarà presentato in anteprima domani a Tempo di Libri.

La scena (ritratta da Sylvaine Savoia) ha come protagonista un fotografo.

Il fotografo, a sua volta, ha come protagonista uno dei momenti decisivi, simbolo della sua arte.

La fotografia di Cartier Bresson

E’ il 1945. Il reporter si trova nel campo di Dessau per seguire la liberazione dei prigionieri, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Una donna in uniforme si avvicina al tavolo, ma tra la folla si fa strada un’altra donna, francese: «La riconosco!» urla piena di rabbia «E’ un’informatrice della Gestapo, è lei che mi ha tradita». La Leica scatta e coglie tutto: gli sguardi induriti delle persone che prendono atto dell’accusa. Gli occhi della donna accusata. Il fotografo non sa cosa sia successo né perché, non c’è tempo per pensare perché l’attimo è già passato. L’informatrice viene portata via e il tempo continua a scorrere.

Finché qualcuno più tardi, e negli anni a venire, non si fermerà davanti a quella foto.

Per ritrovare la rabbia della donna francese.
E gli occhi bassi della donna accusata.
E gli sguardi duri del pubblico, un attimo prima che queste forze sospese si mettano di nuovo in movimento.

Cartier Bresson

Il protagonista è il fotografo Henry Cartier Bresson, fondatore della Agenzia Magnum.

Jean-David Morvan & Severine Trefouel, con disegni di Sylvain Savoia, hanno tradotto la storia di questo artista, definito ‘L’occhio del secolo’ in un graphic novel “Cartier-Bresson, Germania 1945”, pubblicato per la prima volta da Contrasto, che sarà presentato domani 21 aprile a Tempo di Libri, a Milano. L’occasione è la celebrazione dei settant’anni dell’agenzia Magnum, a cui la casa editrice Contrasto ha dedicato una serie di pubblicazioni.

Non era la prima volta che Bresson si trovava a Dessau. La prima volta ci era finito come prigioniero con i suoi compagni della sezione ‘Film e fotografia’ dell’esercito. Era il 1940. Poco prima di essere catturato era riuscito a seppellire la sua Leica. Riuscirà a riappropriarsene solo nel 1943, quando, dopo il terzo tentativo, finalmente riesce a fuggire.

Le pagine di “Cartier-Bresson, Germania 1945” raccontano la nascita di alcuni di quei momenti decisivi che sono rimasti nel tempo, come firma dell’arte di un grande osservatore della storia del ‘900.

quello che mi interessa è fissare una frazione di secondo di realtà.